“Avevo 73 anni quando mi sono trasferita con mio figlio. Ogni volta che faceva il bagno alle 3 del mattino e guardava dentro dalla fessura della porta, quasi svenivo quando scoprivo la verità.”

– Tutto bene?

Silenzio. Poi una voce tremante:
“Sì… va tutto bene, mamma.”

Il mio cuore sprofondò. Non era la voce di mio figlio, era quella di Elise. In quel momento, capii che qualcosa non andava nel profondo. Ma non dissi nulla. Non ancora.

Il coraggio di dire basta.
La mattina dopo, a colazione, guardai mio figlio con tenerezza, ma allo stesso tempo sentii un peso nel petto.
“Tesoro”, dissi a bassa voce, “credo che sia ora di traslocare
“. “Cosa? Ma perché?
” “Perché a volte il silenzio della casa parla più forte delle parole. E ho bisogno di un po’ di pace e tranquillità”.

Elise mi strinse la mano. I suoi occhi brillavano di eccitazione. Sussurrai:

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