- In Inghilterra: parliamo spesso di “loo”, una parola familiare ma molto comune.
- In Canada: il termine “toilette” è ancora molto diffuso, ma si è affermato anche il termine “bathroom”, anche senza vasca da bagno.
- In Russia: si parla di “stanza senza finestra”… anche quando ce n’è una!
- In esperanto: è “necesejo”, letteralmente “luogo necessario” (piuttosto carino, vero?).
E se vi è mai capitato di chiedere il “bagno” a Disneyland e di essere indirizzati alla lavanderia a gettoni… state tranquilli, non siete i soli!
Una storia di idraulica e modestia
Nel XIX secolo, avere un bagno in casa era un lusso. I bagni non sempre avevano il water e spesso i sanitari venivano installati separatamente. Solo all’inizio del XX secolo bagni e servizi igienici iniziarono a coesistere in un’unica stanza.
Il risultato? Il termine “WC” è stato mantenuto per designare lo spazio strettamente riservato ai bisogni, spesso accompagnato da un piccolo lavandino. Una parola che, nel tempo, è diventata quasi universale nei luoghi pubblici… anche se la sua origine rimane poco chiara a molti.
Quindi, oggi dovremmo ancora dire “WC”?
Nel 2025, la parola “WC” potrebbe sembrare un po’ antiquata… ma è ancora molto pratica! Soprattutto a livello internazionale. Ha il vantaggio di essere neutra, breve e comprensibile quasi ovunque. E diciamocelo, spesso è più facile da esporre di una lunga scritta “bagno pubblico” su un cartello.
Che si parli di “WC”, “bagno”, “angolino” o anche “bagno”, la cosa importante è che tutti capiscano dove andare… quando la natura chiama!
E tu, come chiami questa posizione strategica? Dillo con umorismo… o con orgoglio, dopotutto, tutti vanno lì!
