2. Senso di colpa e paura.
Ogni giorno oscillo tra “Merito la pace” e “Ho perso qualcosa di importante”. A volte desidero ardentemente la spalla di un uomo su cui appoggiarmi. Ci sono momenti in cui vorrei solo che qualcuno mi abbracciasse e mi sussurrasse: “Andrà tutto bene”. Ma a casa, c’è solo silenzio. E quel silenzio è più forte di qualsiasi parola.
3. Ti abitui alla solitudine.
All’inizio è doloroso. Poi ti ci abitui. Nessuno critica, pretende nulla o è in ritardo. Ma col tempo, gli scambi vivaci, i sorrisi e la spontaneità scompaiono. A un certo punto, ti rendi conto: la comodità non fa rima con la felicità.
Cosa ho imparato su me stessa
La solitudine non è una condanna. È semplicemente una pausa, un momento per riconnettersi con se stessi. Ma se ci si sofferma troppo a lungo, si rischia di perdere la gioia di vivere. Ora sto cercando di riconnettermi gradualmente con il mondo, di uscire di più, di comunicare, di reimparare a credere. Non ho più vent’anni, ma credo che la vita non sia finita. È semplicemente l’inizio di un nuovo capitolo.
Non ho più paura dell’età. Mi ha insegnato la cosa più importante: amarmi incondizionatamente. E se un giorno il destino riporterà un uomo nella mia vita, lo accetterò non per paura della solitudine, ma perché desidererò sinceramente stare con lui.
