L’uomo, incuriosito, appoggia la sua mano rassicurante sul suo cane:
“Cosa c’è, amico mio?” sussurrò.
La guardia era al fronte. Il comportamento del cane era insolito. Da esploratore, ordinò a Rex di avvicinarsi alla persona su cui stava concentrando la sua attenzione. Era uno dei testimoni che avevano avuto un ruolo chiave nella condanna del prigioniero anni prima.
Sotto la pressione dello sguardo degli altri, l’uomo finalmente sudò, tremò e poi… confessò. Aveva mentito durante il processo. Aveva incolpato il prigioniero per proteggere la persona veramente responsabile: un suo caro amico.
Un silenzio sconvolto calò all’uscita. Le guardie si scambiarono occhiate sconcertate. La guardia, sconvolta, interruppe immediatamente il procedimento. Un’indagine fu riaperta e, poche settimane dopo, la verità venne finalmente a galla: il prigioniero era innocente…
