er una persona con una mutazione, è possibile prevedere gli anni che mancano all’insorgenza dei sintomi della demenza. L’esperienza ci insegna che questo può essere calcolato sulla base dell’età in cui si sono manifestati i primi deficit cognitivi nei parenti più anziani”, ha sottolineato il neuroscienziato. Ciò, come indicato, può rappresentare una svolta nella diagnosi precoce e dunque nel trattamento della patologia. Un recente studio cinese ha evidenziato che alcuni segnali della diffusa forma di demenza possono essere colti addirittura 18 anni prima della comparsa dei sintomi; il più precoce è la proteina beta-amiloide 42 osservabile nel liquido cerebrospinale (CSF) o cefalorachidiano. I dettagli della nuova ricerca “Early increase of the synaptic blood marker β-synuclein in asymptomatic autosomal dominant Alzheimer’s disease” sono stati pubblicati sulla rivista specializzata Alzheimer’s & Dementia.
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